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Istituto di Psicosomatica Integrata
Sede di Milano | Associazione Di.Te
L’Istituto di Psicosomatica Integrata ha inaugurato ufficialmente la partnership con l’Associazione Di.Te., con l’apertura di sei sedi in Lombardia: Milano (sede regionale), Gallarate (VA), Bergamo, Senago, Saronno (VA) e Monza.
L’Associazione Di.Te. (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo) è una risorsa di alta qualità professionale per il trattamento dei disturbi correlati all’abuso di Internet e al GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), che opera attraverso dei protocolli di intervento clinico-educativi specifici, messi in pratica dal 2002.
Essa ha come principali obiettivi la sensibilizzazione, la prevenzione e il trattamento delle “dipendenze” tecnologiche e di tutti i fenomeni disfunzionali correlati all’uso di internet tra cui, ad esempio, il diffondersi del cyberbullismo.
Di.Te. offre servizi di consulenza, informazione, divulgazione relativi all’uso responsabile della rete e ai rischi che essa può comportare.
L’Associazione è presente sul territorio nazionale con più di 20 sedi attive promuovendo, inoltre, servizi di prevenzione, progetti formativi rivolti, in ambito scolastico, a insegnanti, genitori e studenti, oltre che percorsi di approfondimento dedicati a professionisti e studenti del settore psicologico-educativo. Inoltre, organizza e patrocina eventi e convegni rivolti alla cittadinanza, a scopo informativo e per promuovere il confronto critico sul tema della tecnologia e la sensibilizzazione su questi fenomeni di crescente incidenza.
Il Fenomeno
Le dipendenze tecnologiche sono contraddistinte da un rapporto patologico dell’individuo con i nuovi mezzi tecnologici, la cui diffusione ed evoluzione stanno determinando l’emergere di nuove sindromi comportamentali e vissuti emotivi disfunzionali.
La dipendenza da internet, non è legata necessariamente al tempo trascorso online, ma all’inversione del rapporto tra quanto l’individuo viveva fuori dal web e quanto invece ora vive all’interno del web. Per cui, se c’è un decremento significativo delle attività precedentemente praticate fuori dalla rete, se c’è un decremento dell’interesse verso la propria vita reale, è segno che qualcosa si sta modificando.
Nell’adolescenza le dipendenze più frequenti sembrano essere quelle relative ai giochi di ruolo ed ai social network. In età adulta, i sintomi più frequenti riguardano i giochi d’azzardo, la ricerca smaniosa di informazioni e il desiderio compulsivo di visitare siti pornografici. Dati recenti indicano che a soffrire maggiormente di Dipendenza da Internet sono gli adolescenti dai 13 ai 20 anni.
La dipendenza da tecnologia può determinare una serie di sintomi quali scarsa attenzione allo studio, mancanza di slancio nelle relazioni interpersonali e può anche provocare disturbi fisici e psicologici. Cefalea, disturbi visivi, alterazioni dell’umore e disforia, ansia, disturbi del sonno possono essere dei campanelli d’allarme.
L’astinenza si manifesta con rabbia, frustrazione e depressione quando si è in assenza di accesso alla rete, mentre l’assuefazione consiste nel desiderare, oltre a una permanenza sempre più lunga davanti al pc, software e hardware sempre più performanti.
Per evitare di peggiorare la situazione e far aumentare ulteriormente le distanze all’interno della famiglia, è fondamentale l’aiuto di un professionista che possa servire ad individuare la fonte del problema e la sua entità.
Le Statistiche
I numeri relativi all’uso di internet ed alla dipendenza tecnologica dicono che in Italia i dipendenti da internet sono quasi tutti giovani e giovani-adulti e, considerando i livelli di gravità severo e moderato, sono circa il 6%.
Vi sono alcune fasce d’età che sono maggiormente coinvolte nel fenomeno:
- In media, tra gli 11 e i 26 anni spendono online tra le 4 e le 6 ore il 32,5% degli intervistati. Più del 17% del campione resta connesso tra le 7 e le 10 ore al giorno. Supera le 10 ore quasi il 13% degli intervistati.
- In tutte le fasce di età indagate, invece, emerge che controllare lo smartphone con una frequenza di 10 minuti è l’esigenza di circa il 40% dei ragazzi.
- In media il 18,5% delle ragazze e il 20% dei ragazzi minorenni tra gli 11 e 17 anni dichiara di non raccontare mai ai propri genitori quello che fa in rete. Nella stessa fascia di età, lo fa “ogni tanto” il 30% del campione.
- Quasi il 15% del campione ha detto di aver ricevuto commenti offensivi sulle chat o sui social network e la stessa percentuale di giovani risponde allo stesso modo a queste vessazioni. Più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, però, non parla ai propri genitori di queste esperienze spiacevoli.
Questi i dati emersi da una ricerca condotta nel 2018 dall’associazione Di.Te. insieme a Skuola.net su un campione in cui sono stati intervistati 1.000 adulti tra i 28 e i 55 anni e 1.000 giovani tra i 14 e i 20 anni.
Nei casi più gravi la presenza di dipendenza tecnologica si associa al fenomeno del ritiro sociale caratterizzato da un isolamento sempre maggiore. Il soggetto può arrivare a non uscire più dalla propria stanza escludendosi completamente dalla realtà esterna, abbandonando la scuola e limitando la totalità delle proprie relazioni esclusivamente al mondo online.
Il Modello
Il nostro modello si basa su una collaborazione sinergica tra diverse figure professionali per un intervento a 360 gradi.
Questo approccio permette all’individuo di sentirsi accompagnato e supportato costantemente durante le diverse fasi del percorso.
Il nostro approccio è basato sul lavoro integrato di diverse figure professionali: educatori, psicologi, psicosomatologi, psicoterapeuti, naturopati, osteopati e psichiatri che si riuniscono in modo sistematico per effettuare supervisioni. In questi momenti l’intera équipe si confronta per analizzare ed approfondire temi e situazioni critiche, con un focus sulla crescita e sulla formazione costante di ciascun membro. I professionisti, inoltre, si avvalgono di supervisioni individuali quando necessario.
In questo modo l’individuo preso in carico si ritrova al centro di una costellazione relazionale che svolge un’approfondita analisi del problema, segue le diverse fasi della cura e mette in atto le migliori strategie di lavoro terapeutico.
Le figure professionali operano in modi diversi e complementari. È possibile avvalersi dell’aiuto di ognuna di queste figure professionali a seconda delle specifiche peculiarità di ciascun individuo e della fase di vita che sta attraversando. Il lavoro con adolescenti e giovani-adulti si sviluppa, nella maggior parte dei casi, sulla base di un intervento educativo e psicoterapeutico volto ad offrire un supporto costante all’individuo, effettuando interventi sia all’interno della nostra struttura, sia domiciliari, sia sul territorio.
Se si presenta la necessità, e dopo un’attenta valutazione effettuata insieme alla famiglia, è possibile avvalersi anche dell’intervento di altre figure come i naturopati, gli osteopati e, eventualmente, lo psichiatra.
La nostra struttura si impegna anche, se e quando è necessario, a mettere contatto l’individuo e la sua famiglia con strutture ed enti territoriali.