Perché i bambini mordono?
Il morso nei bambini si presenta durante il primo anno di vita, in particolare quando compare la dentizione. Dalla nascita allo svezzamento, i bambini utilizzano il corpo per capire e apprendere, gli occhi e la bocca (intorno ai 6/8 mesi) per sperimentare e sperimentarsi; il mettere in bocca gli oggetti permette di testare l’ambiente esterno e di alleviare il dolore e il fastidio legato alla crescita dei dentini.
Il morso può essere associato anche alla rabbia, all’aggressività e al disagio, mentre altre volte può essere inteso come manifestazione di affetto. Il termine aggressività rimanda a un particolare significato: “cammino in avanti”, “andare verso”; quindi, l’aggressività e i morsi possono essere una modalità di comunicazione e di relazione per l’incontro con l’altro.
Per il bambino, i morsi possono rappresentare uno strumento naturale e normale per entrare in relazione e attirare l’attenzione; la problematicità emerge nel momento in cui questa tendenza permane nel tempo, cronicizzandosi e trasformandosi da strumento funzionale a sintomo di disagio. I bambini utilizzano un loro linguaggio per comunicare con gli adulti, i quali non sempre riescono a codificare in modo corretto il significato di un gesto o di un morso. Nei momenti di frustrazione può essere un messaggio che il bambino mette in atto senza l’intenzione di fare del male; infatti, nei primi due anni non è ancora in grado di distinguere il bene dal male e non riesce a riconoscere i pericoli reali o potenziali. Mordere può essere rappresentativo di un’impossibilità da parte del bambino di comunicare i propri sentimenti e desideri ai genitori e agli altri.
Intorno ai 2 o 3 anni il linguaggio verbale è una nuova modalità di espressione che si sostituisce in parte all’azione e viene meno la tendenza a mordere. Se vi sono situazioni cronicizzate, l’eliminazione del comportamento disfunzionale richiederà più tempo ed energie, ma con un’accurata attenzione al bambino e alle sue esigenze è possibile ottenere il risultato sperato.
Morde gli altri o sé stesso?
Quando i bambini mordono i fratellini più piccoli o i genitori è come se manifestassero il loro bisogno di affetto. Può anche accadere che i bambini mordano sé stessi e, in questo caso, è una forma di lieve aggressività infantile autolesionista che non deve essere ignorato. La causa può essere una situazione di forte stress che porta il bimbo (o anche l’adulto) a mordersi per sfogare rabbia, frustrazione o gelosia. Quando il bambino si fa del male e si autoinfligge dolore, mette in atto una soluzione per gestire le emozioni che non è ancora in grado di sostenere. Si devono individuare le cause che generano questo stato di ansia, paura o disagio per aiutarlo a evitare comportamenti violenti e aggressivi verso sé stesso e gli altri.
Cosa fare quando i bambini mordono?
Non si deve sempre impedire al bambino di mordere, in quanto “il morso” potrebbe alleviare un reale fastidio fisico o psicologico; devono essere dati oggetti sicuri, che possa succhiare e mordere, in modo che possa essere lasciato libero di fare ed esprimere il proprio desiderio/disagio. In età precoce, i bambini non comprendono immediatamente i sentimenti dell’altra persona e il morso, inevitabilmente, si presenterà più volte prima di essere vissuto come azione negativa; è un impulso aggressivo ed è importantissimo il modo in cui la madre reagisce a tale evento. Si dovrebbe far comprendere al bambino che il “morso”, se rivolto ai genitori, ai compagni e a tutte le persone, è un gesto scorretto che provoca dolore e al suo posto possono essere utilizzati oggetti sostitutivi creati per essere morsi. Mentre lo si spiega, i genitori e gli adulti devono essere fermi e decisi cercando di utilizzare un linguaggio adeguato all’età, al bambino e al momento che sta vivendo.
Per capire bene il fenomeno dei bambini che mordono, è utile offrire ai genitori delle indicazioni sull’età evolutiva e delle modalità più funzionali che consentano loro di accompagnare il figlio nel cammino di crescita.
L’Istituto di Psicosomatica Integrata propone un approccio che tiene in considerazione le componenti corporee, psicologiche e relazionali nell’affrontare le questioni del mondo dell’infanzia. Vengono effettuate conferenze e percorsi laboratoriali presso asili nido con i genitori e gli educatori per trattare diverse tematiche inerenti lo sviluppo infantile; percorsi di gruppo per genitori ed educatori all’interno della nostra struttura con cadenza mensile; e colloqui individuali per questioni personali che richiedono un’attenzione specifica.
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